Einaudi, 2011. — 661 p.
I libri possono essere la causa di efferati delitti: si può uccidere per la prima edizione aldina del libro piú bello del Rinascimento o anche per odio verso i libri, per invidia e gelosia. I libri possono essere pericolosi e maledetti: è il caso del famigerato e terribile Necronomicon, o di uno strano manoscritto che sembra avere il potere di far sparire le persone. I libri possono essere poi la causa di una delle malattie piú terribili e insieme piacevoli: la bibliofilia. I libri possono sostituire la vita vera e occupare lo spazio di tutta un'esistenza. Ma i libri sono soprattutto piacere. Chi li ama sa quali soddisfazioni sanno regalarci.
Da Flaubert a d'Annunzio, da Nerval a Hesse, da Pirandello a Cortázar, da Lovecraft ad Asimov, un'originale antologia in cui i libri diventano oggetti di voluttà e di mistero, oggetti pericolosi e maledetti, oggetti che danno la vita, ma anche la morte.
Suddiviso in sezioni, si spazia dall’accoppiata libri-omicidi ai libri maledetti (alcuni racconti sono particolarmente convincenti e "tenebrosi” come L’album del canonico Alberico di James), da racconti che trattano di lettori incalliti che, in un malsano eccesso di amore per i libri, trovano la loro ragione d’essere in essi (si pensi al Mondo di carta di Pirandello), ai bibliomani e bibliofili che si lasciano trascinare in un’insana follia alla ricerca di una prima edizione, di un volume che presenta errori, di una rarità, di una stampa ricercata. Particolarmente interessanti a questo proposito sono alcuni racconti come il Bibliomane di Nodier o l’avveniristico Fine del mondo del fine di Cortazar.
Una lettura piacevole e raffinata, con stili che sono mediamente ricercati e che affascinano il lettore il quale sembra trovarsi in un mondo di scrittori, sì, ma di scrittori che hanno il culto del libro e che quindi sono molto attenti a come questo viene presentato attraverso le parole che porta con sè.