“Io non ricordavo come Vincenzo fosse arrivato a Fudenji, ma ricordo ancora chiaramente lo sgomento che mi assalì quando, alle prime ore del mattino, nell’ombra della notte, scorsi il ramo spezzato della tuya ai piedi della porta...” (pag. 9)
F. Taiten Guareschi, abate di Fudenji
Una autobiografia trascendentale- come fu detto di due meravigliosi e terribili romanzi di Philip K. Dick: 'Scrutare nel buio' e 'Valis'. Supremamente veritiera, supremamente distorta; il mondo chiuso dove, come diceva Marco Aurelio, non c'è che la monotona ripetizione dello stesso- il 'se abbiamo fatto A allora dobbiamo fare B' della coazione interiorizzata- il rien à faire di Vladimiro e Estragone- vengono magicamente e sottilmente trasposti in un multiverso ove è possibile non solo cercare ma anche TROVARE il nuovo. Niente di più e niente di meno. No hidden catch, no strings attached: freedom.
“Adesso abito qui. Amo guardare il volo dei gabbiani e d’inverno il mare in tempesta. Il mio passato, quando ripenso al passato, mi appare lontano, molto lontano. Il mare in tempesta adesso mi appare lontano, è soltanto un fulmine in un mare in tempesta. Scorre tutto molto lontano mentre vedo volare i gabbiani e le barche dei pescatori che lentamente si allontanano dalla riva. Solo la voce di mio figlio quando mi chiama, interrompe il fragore dei ricordi. «Vieni dentro, papà, s’è fatta notte, vieni a letto…». È un caro figlio, come tante cose il prodotto di un sogno invocato, è il segno di un voto concesso,di una grazia concessa. Vado in giro nel mio villaggio vicino al mare, attraverso le viuzze dei borghi. Scruto le persone, è povera gente che porta sul volto le rughe di un antico destino. A volte mi fermo e qualcuno mi dice che ha un malore, s’è sparsa la voce che sono un bravo medico e che alla povera gente non faccio pagare. Spesso i muratori che gli ho levato il mal di schiena o gli ho guarito il figlio dalla febbre, mi regalano portandomela a casa una gradevole bottiglia di vino al posto dei soldi. Sorrido, ricordandomi che sono semplici e veri come gli indios delle Ande. Ecco, il mio nome è Oscar la Cayenna, mi chiamo Oscar la Cayenna.” (pag. 129- Ende)
Author(s): Vincenzo Crosio
Publisher: Aletti Editore
Year: 2017
Language: Italian
Pages: 136
[Un forte mal di testa e un dolore ai polmoni 17
Davanti alla Legge 20
La pietà di Dio ma non degli uomini 24
Trovare una soluzione non significa trovare un tesoro 31
Quante incomprensioni: è qui vicino 39
Da Milano ad Arequipa 45
La cosa più difficile? Mettere i ricordi nella valigia 52
Vedevo solo piante, enormi e dalle grosse foglie 63
Il Rettificatore 69
Milano, New York, Città del Messico, Lima 71
Un altro, lunghissimo, interminabile viaggio 79
Nel villaggio, in una capanna, da solo, sdraiato
su di una stuoia, in attesa di Juan Ramon 82
Il risveglio in un mattino dorato 86
Quale realtà stavo vivendo, quella della realtà
o quella del sogno? 92
Zazen sulle rive del grande fiume 95
Una mattina all’alba, la guerriglia venne al villaggio 100
La rapina al Banco Postal 105
Navigando a vele spiegate nel mondo dei sogni 110
Sulla Jeep guidata da Duarte 112
In una grande caverna dove vidi JehsusIncarri 116
Il ritorno a casa 120 ]
L’angelo dalle sette ali. Ritornando indietro
con la memoria a quand’ero bambino 124
NOTE 131