La cognizione del dolore - Edizione critica commentata con un’appendice di frammenti inediti a cura di Emilio Manzotti

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La cognizione del dolore. Edizione critica commentata con un'appendice di frammenti inediti a cura di Emilio Manzotti, Collana Gli struzzi n.328, Torino, Einaudi, 1987-1992, pp. LXXV-570. Parte prima - La vicenda è ambientata nell'immaginario Stato andino del Maradagál (che somiglia alla Brianza lombarda del Ventennio; è una terra immaginaria situata in un Sudamerica altrettanto fantastico; il Paese si chiama Serruchon), nell'immediato dopoguerra di una contesa bellica che l'ha opposto al confinante Parapagál, e della quale entrambi i paesi si ritengono vincitori. L'azione inizia nel 1934 nella città di Lukones, per Ojo de Agua, una piccola città situata a sud della provincia de Santiago del Estero nell'Argentina settentrionale, dove avevano trascorso la infanzia e l'adolescenza di Leopoldo Lugones, un poeta e saggista argentino che passò dal socialismo al liberalismo, poi al conservatorismo e infine al fascismo, e, disgustato dagli avvenimenti politici degli anni '30 e anche vergognoso dalla sua stessa militanza politica, e, rendendo il modello della cognizione del dolore, si suicidò il 18 febbraio 1938, dopo denunciare la falsità del celebre libello antisemita I protocolli dei Savi di Sion ed essere costretto per il suo figlio a troncare una relazione adulterina. Il dottor Felipe Higueróa scopre che la guardia notturna del Nistitúo provincial de "vigilancia para la noche" (un'associazione potente e misteriosa che si assume il compito di vigilare e quindi di proteggere, ambiguamente, i cittadini ricchi), che tutti conoscono con il nome di Pedro Manganones, si chiama in realtà Gaetano Palumbo, perché ha assunto il nome dello zio. Il dottor Higueróa viene chiamato una sera a casa di un paziente, il grosso e vorace Gonzalo Pirobutirro (vero protagonista della storia, nonché alter ego trasfigurato di Gadda) che vive da solo insieme alla madre. , l’ultimo hidalgo di una famiglia di nobili spagnoli. E’ un uomo ambizioso -hidalgo, cioè cavaliere e possidente terriero come un nuovo don Chisciotte ma indeciso e introverso. E’ una figura autobiografica: come Gadda, è un ingegnere-filosofo, legge gli autori classici e sta componendo un romanzo; ha combattuto in guerra, durante la quale è morto il fratello aviatore. Lungo la storia emerge il triste passato di Gonzalo: per esempio, si viene a sapere che odia il padre defunto, perché volle edificare a ogni costo la villa, solo per non sfigurare davanti ai ricchi del luogo... Quella casa per Gonzalo è l’immagine dell’irrazionalità del mondo, costruita com’è in una zona troppo solitaria, con un muretto basso e sbilenco, esposta alle incursioni dei malintenzionati. Discendente di un celebre e omonimo notabile dei primi tempi della Colonia, Gonzalo si è fatto la fama di mangiatore onnivoro e vorace. Il dottore si reca a casa Pirobutirro per rispondere alla chiamata, e per strada incontra Battistina, la domestica; la vecchia donna gli racconta una storia orripilante di soprusi da parte di Gonzalo sulla povera madre, che vivrebbe nel terrore di questo figlio violento con chiunque. Il dottor Higueróa lo visita e non riscontra niente di anomalo; assecondando un'idea che carezza da qualche tempo, essendo padre di famiglia, quasi gli impone una gita in automobile con le proprie figlie, Pina e Giovanna. Gonzalo si schermisce, declina, ma il dottore insiste; a questo punto il paziente si lascia andare a uno sfogo isterico, pieno di citazioni letterarie, dal quale si capisce che si ritiene circondato da gente che interferisce tra lui e la madre, che gli sembra stia invecchiando precocemente. Mentre sta per congedarsi, il dottore fa notare a Gonzalo che il muro di cinta della proprietà non sembra offrire una valida difesa a tentativo di intrusione, e gli suggerisce di abbonarsi al Nistitúo, ma questa è solo l'occasione per l'ingegnere di sfogarsi di nuovo a proposito dei soldi che se ne vanno in mille rivoli; rifiuta seccamente di pagare i soldi dell'abbonamento di vigilanza, mettendo in dubbio la capacità di Pedro Manganones/Gaetano Palumbo di controllare un'area così vasta durante i suoi giri. La pretesa sordità di guerra dell'uomo era stata smascherata a suo tempo con uno stratagemma dal medico militare col. Di Pascuale, il quale aveva fiutato lo stratagemma del falso invalido.

Author(s): Gadda, Carlo Emilio
Publisher: Einaudi
Year: 1987

Language: Italian
Pages: 669
City: Tprino
Tags: Italia; Argentina; Gadda, Carlos Emilio; Gadda, Carlo Emilio; Lugones, Leopoldo; Ojo de Agua, Santiago del Estero; novela; novelas sobre la Argentina; fascismo

Parte seconda - Gonzalo è spesso lontano da casa per motivi di lavoro, il fratello minore è morto in guerra; la madre rimane sola a vagare per le stanze e pensare ai figli. Una sera Gonzalo torna da un viaggio, lei gli prepara la cena e lo studia timorosa, come se avesse soggezione di lui. Il figlio ha uno slancio e l'abbraccia, ma l'arrivo del servitore interrompe il momento di affetto. Gonzalo, irritato dal suo sudiciume e dall'aspetto miserando, lo caccia dalla stanza.

Un vicino di casa, tra i più facoltosi abitanti di Lukones, il cavalier Trabatta, subisce un furto notturno dopo aver rifiutato, come Gonzalo, di abbonarsi al Nistitúo; l'uomo ingaggia due guardie notturne, che una notte sentono rumori sospetti; usciti per controllare, scoprono un tentativo di intrusione in casa Pirobutirro. L'ingegnere si è allontanato infuriato dopo avere sorpreso gente in cucina con la madre. Svegliati i vicini, si procede a entrare in casa. La madre di Gonzalo viene trovata moribonda nel letto, ferita alla testa e piena di ecchimosi. Viene chiamato il dottore, ma le possibilità che l'anziana donna si salvi sono scarse. Chi ha compiuto il delitto? Forse è colpevole un servo, o un addetto del servizio di vigilanza, oppure lo stesso Gonzalo, che però, al momento del crimine, è lontano per lavoro.



Tematiche - I rapporti

Gonzalo odia i poveri (la serva Battistina, il ragazzo che viene a prendere lezioni private in casa, venditori di pesce puzzolente ecc.) sogna di sterminare i peones, per disinfettare la casa. E’ geloso dell’affetto che la madre, sempre così severa verso di lui, riserva loro. Non meno crudele è il suo giudizio verso gli arricchiti borghesi, i manichini ossibuchivori, che mangiano e mano la propria immagine mortuaria nei restaurants delle stazioni. Oltre alla satira sociale, quella politica: è il fascismo il grottesco Nistitùo de vigilancia para la noche (Istituto di vigilanza per la notte), che spadroneggia in Maragal.

Il romanzo pare scritto coi nervi (G.Contini), in stile acceso, visionario. Toni grotteschi e satirici si alternano ad altri più lirici, tenerissimi nelle loro immagini e metafore. Ciò che manca è invece la prosa comune, l’italiano medio: essa darebbe infatti un’immagine conciliante e falsa della realtà, laddove Gadda vuole svelare il groviglio che sommuove il mondo. Grappoli di frasi, accumuli di parole, alternarsi di grottesco e commozione… E’ il trionfo dell’espressionismo, segno dell’inafferabilità del mondo, e, insieme, di un’acuta sofferenza o disarmonia personale (la disarmonia prestabilita di cui parla il critico Gian Carlo Roscioni).

Il triste rapporto con i genitori e con l'ombra del fratello morto sono la materia biografica di cui è intriso il romanzo. La figura del padre è dileggiata, la madre maltrattata con una ferocia che finisce nel comico. I romanzi incompleti di Gadda sembrano alludere ad una sorta di anti-provvidenza manzoniana che invece di dipanare gli imbrogli li complica sempre di più sino a rompere il filo narrativo e disarticolare qualsiasi ricerca di senso. Quegli "esseri meccanici" da Manzoni trattati con aristocratica bonomia sono da Gadda apertamente disprezzati, e nel caso di Gonzalo l'aristocrazia è una specie di corto circuito autoreferenziale, un'eclissi, una disperata solitudine. La patria, tanto importante per il giovane Gadda, è qui il Maradagal, uno dei tanti anagrammi del suo nome di cui sono ricchi i suoi romanzi. I trascorsi argentini di Gadda e la sua dimestichezza con lo spagnolo, la sua amata Milano ed i Promessi Sposi, tutto quanto si somma e si addensa nell'incubo letterario prodotto da Gadda che è voluto essere uno spietato ritratto del suo autore ed una sua trionfale apologia.

Molti sono i motivi autobiografici del romanzo, a cominciare dal triste rapporto di Gadda con i genitori, con l'ombra del fratello morto, con la patria italiana (qui trasfigurata nel Maradagal), reame shakespeariano ricolmo di ordinaria stupidità; ma anche la sua esperienza argentina e il suo "mestiere" di ingegnere-scrittore.


La pera butirro

La Pera butirro o butirra è il frutto coltivato in Maradagal, il paese "immaginario" in cui è ambientato il romanzo, replica dell'Italia fascista e della Brianza.

Sono il simbolo delle aspirazioni piccolo-borghesi dell'Italia fascista, uno degli elementi più importanti della villa del protagonista Gonzales. Di tale frutto immaginario Gadda offre anche un dettaglio biologico: «Le pere butirro, spiccate a metà ottobre, maturano repentinamente, nel corso di una notte, tra il 2 e il 7 novembre.» [parte II, capitolo 7]. Il termine deriva, è da ritenere certo, dal dialettale "pér butér", che definisce nel milanese e nella Brianza pere dalla scorza legnosa a tarda e lenta maturazione, con un interno sodo e tenero ad un tempo, simili alla varietà denominata passacrassana.

web.tiscalinet.it/mattacchione/1sito/coppia/libri/lacognizionedeldolore.htm

http://www.scuolissima.com/2012/04/riassunto-la-cognizione-del-dolore.html
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Introduzione di Emilio Manzotti
Nota biobibliografica
Nota al testo
Studi citati in maniera abbreviata entro il commento
Tavola delle sigle degli scritti di C. E. Gadda
Altre abbreviazioni
La cognizione del dolore
Parte prima
Parte seconda
Appendice
L'Editore chiede venia del recupero chiamando in causa l'Autore
Autunno
Nota iniziale
Il senso feroce ed esclusivo della proprietà
Cui non risere parentes
Note costruttive e «battute da interpolare»