Funzionare o esistere?

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Anziani considerati ormai 'vecchi', fuori dal ciclo produttivo e soprattutto da quello del consumo. Giovani che non hanno più il diritto di essere giovani, ma sono inseriti da subito nella giostra delle competenze da acquisire, dei risultati da conseguire, con l'imperativo di essere 'imprenditori di se stessi'. Fragilità umane di tutti noi che vengono stigmatizzate come intoppi nella realizzazione di una felicità del qui e ora, col risultato di impregnarci di angoscia e paura del futuro. Non è lo scenario distopico di un libro di fantascienza, ma il panorama della nostra situazione attuale. Come ci siamo arrivati? Quando abbiamo abdicato alla nostra irriducibilità a una modellizzazione meccanica? Perché abbiamo accettato di diventare un mero 'bilancio di competenze' governato da un algoritmo ottimista, e perché ci siamo lasciati convincere che saremo migliori e più felici se ci lasceremo 'aumentare' dalle macchine? Ma soprattutto: c'è una via di resistenza a tutto questo? Miguel Benasayag, che da sempre si muove all'incrocio tra psicanalisi, biologia e filosofia e che per il suo essere un resistente ha anche pagato un prezzo personale, come racconta più volte in questo libro, raccoglie l'appello di una società impaurita e le propone una scommessa per un futuro diverso: un futuro di persone singolari, ricche delle proprie diversità, delle proprie qualità e incrinature, che vivono in relazione tra loro.

Author(s): Miguel Benasayag
Series: Transizioni 64
Publisher: Vita e Pensiero
Year: 2019

Language: Italian
Pages: 92

Prima di iniziare
INTRODUZIONE
Tu funzionerai, figlio mio
Cos’è accaduto
Dagli anziani ai vecchi, dai giovani agli ‘investitori’
Una generalizzata mancanza di legami
Un’epoca senza tragico
La tabula rasa della tecnica
La rimozione del negativo, l’avvento del postorganico
La perdita del futuro come promessa e la necessità del
funzionamento
Tutto è possibile
La fine della morte
Riduzionismo e mondo parallelo
L’ideologia dell’informazione e l’odio del corpo
L’ibridazione, in senso buono ma soprattutto in senso
cattivo
L’uomo modulare e il rumore di fondo nel sistema
La tirannia della valutazione
La credenza e l’utopia
Cosa possiamo scegliere
L’uomo è una passione inutile
La malafede
Le affinità elettive e il ‘casting situazionale’Il cammino, al di là di ogni riduzionismo
La questione del coraggio
Mettere alla prova le credenze
Il tempo come sinonimo dell’esistenza
Dall’individuo alla singolarità
Dei semafori e dei muri
Verso un’etica situazionale